Favola: re Antonio l’iniquo assolutista (per ragazzi)

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(racconto nero e bianco)

FAVOLE DI EGIDIO..

RE ANTONIO L’INIQUO ASSOLUTISTA

INTRODUZIONE: viveva una volta un re che inventò una regola ingiusta,” per far star bene i tanti, bisogna inventare un importante in modo da far soffrire solo pochi tra di noi”, le fate del bosco ammisero che era troppa la sofferenza che causava questo metodo, e così una fata si impegnò per risolvere il problema di quel paese e per questo aiutò un ragazzo……e vi spiego il motivo perchè la fata di nome Gelsomina volle così’…poiché l’importante per la gente per bene é di “Non offendere il Volersi Santo del Signore”..che è considerato uno dei validi motivi per cui il Signore del Bene può essere indulgente con noi e perdonare..

INIZIO

Favola: re Antonio l’iniquo assolutista

Nel mondo delle favole, c’era una volta nel paese un re che predicava la purezza di vita e di non commettere peccato, di nome Roberto, tutti nel paese obbedivano a lui negandosi al peccato, poiché temevano forti crisi di coscienza in caso di disobbedienza…

Alla morte di questo buon re… arrivò nel paese un mago che consigliò invece ai piaceri della vita immorale tutta la gente dicendo:” si può disobbedire tranquillamente ai comandamenti religiosi in quanto non esiste ne il Paradiso ne l’Inferno!” di conseguenza tutti gli abitanti nel paese …in quanto deboli nella volontà… commisero molti peccati influenzati dai consigli di questo mago.

Fu nominato per dare coerenza ad un paese ormai abitato da peccatori…un re permissivo….fu nominato un re che aveva molti peccati….uno come loro….

Il nuovo re, che si chiamava Antonio, egli era di sangue nobile, ma aveva molti peccati commessi a causa della sua indole disobbediente, che lo aveva reso di poca volontà..diventato re..raggiunta la grandezza della nomina di essere un re…Antonio cominciò ad avere però qualche problema di coscienza.

Infatti un giorno sentì dire dai rappresentanti del suo popolo, che un re non può commettere errori, in quanto lui deve essere migliore di tutti..”noi invece il popolo in quanto siamo ignoranti possiamo avere sbagli ..lui il re.. invece no!…. deve essere un esempio per tutti noi e non può avere errori..deve essere il migliore!”…il re Antonio cominciò quindi ad avere qualche problemino di coscienza per davvero…esisteva il rischio che il re diventasse l’unico sofferente a causa di dover essere per forza il migliore..occorreva un espediente….occorreva un espediente per evitare questo..

Dopo giorni di conflitto spirituale….all’improvviso il re, mise fine alle sue crisi per la cattiva immagine che aveva, in quanto prese una decisione furba:

“Cari ministri, rappresentanti del popolo ascoltate!, invece di negare al re tutti i peccati, negate a lui un solo errore…bisogna evitare un solo peccato importante, questo é più vantaggioso per tutti voi…potremo così tornare a stimarci tutti quanti, riteniamo errore solo un tipo di comportamento umano…un solo errore esisterà per tutti noi….tutto il resto sarà capito!.”

Il re decise che avrebbe comandato di ritenere normali  molti peccati …tranne uno….chiaramente un peccato che non avevano commesso…ne lui, ne i suoi amici…ma tale peccato si doveva ancora decidere quale fosse.

E il suo nome per tutti diventò da quel giorno: “re Antonio l’iniquo assolutista”.

Egli avrebbe permesso di perdonare un tipo di peccato si!…ma non un altro ritenuto grave dall’assemblea , poichè si poteva avere molti peccati e molti errori ma non quello, quindi il suo comportamento poteva essere ritenuto quello di un giusto….mentre chi sbagliava in quello, diventava uno esagerato, diventava un espediente morale per tutti gli altri….diventava un “matto” da emarginare..

Questi pochi peccatori che avevano esagerato, diventarono dei veri prendi-schiaffi al posto di un altro e di un altro ancora..dei veri e propri parafulmini viventi del cattivo tempo…

Il re iniquo comandò: “sia perseguitato in tutto il regno ed in modo crudele, chi ha commesso questo: sia perseguitato ripeto, chi ha mangiato un cioccolatino ripieno di caffè con molto zucchero dentro, questa è l’unica cosa che si vieta di perdonare in questo paese!” e il re Antonio convinse tutti ad aderire a questo nuovo metodo iniquo assolutista di giudicare il comportamento umano e diventava possibile dare pace all’erroneità del popolo ed alla sua..

Volete sapere perché il re vietò solo questo?

Al parere di re Antonio, il cioccolatino al caffè doveva essere vietato e non si doveva mangiare e “soprattutto dovete stare attenti a non offrirlo agli altri, perché è una cosa abominevole!…non è possibile che due sapori diversi siano mescolati tra loro..il caffè è differente dal cioccolato…mangiarli  insieme é sintomo di certa pazzia..dirò di più porta sfortuna farlo..chi lo farà dovrà soffrire tanto per l’incoerenza commessa…potrebbe ad esempio ammalarsi di carie dentale e provare dolore ai denti di conseguenza…(e dovete sapere che l’anestesia da fornire durante la estrazione dei denti per non provare dolore, non era ancora stata inventata a quel tempo)..”

Il re Antonio l’iniquo sapeva che avrebbe trovato giovamento di certo da questa regola, poiché lui era stato attento a non infrangerla, e pretese che la regola doveva essere valida per tutti…non solo per lui..e per questo fu ritenuto un iniquo assolutista..

Molti sudditi astuti, capirono che sarebbero stati aiutati da questa furbizia, molti capirono l’opportunismo del re ed aderirono subito alla sua idea, un unico divieto esisteva ora, essi non avrebbero più subito il rancore dell’umanità se rispettavano la regola, e decisero di non importarsi di ciò che sarebbe capitato a chi aveva invece già disobbedito, essi pensavano ormai solo a se stessi…

“Ma di cosa vi preoccupate, di qualche sprovveduto, disobbediente in modo esagerato, ma gioite invece della pace che questa mia idea da a tutti voi!..punire i pochi… per dare pace ai tanti!”

“che vi importa di loro..dovevano stare attenti..non abbiate scrupoli ad aderire a questo unico dovere che ci fa distinguere da chi esagera!….”.

L’idea era vantaggiosa per molti, molti si perdonavano tutti gli atti impuri commessi, tranne una cosa, ma quella infrazione era capitata purtroppo a qualcuno, anche se era stata commessa molto tempo prima, …chi lo aveva già commesso, seppe della nuova regola ed ebbe molto dispiacere…

Il vantaggio di non far soffrire per gli errori aproffittando di pochi, facendo diventare però amici i tanti, era una situazione molto richiesta…”abbiamo sbagliato ma non nel modo vietato dal re..quindi siamo assolti…che soffra chi non è stato attento come noi…nessuna pietà per lui…quello é un esagerato!”.

E fu così che in quel paese praticamente molti peccati furono ritenuti normali e solo uno di essi era invece ritenuto causa di rimprovero e di sofferenza…ed era un peccato causato dalla golosità…

All’improvviso poiché un solo peccato era stato reso così grave dalla furba opinione dei tanti…in modo da dare sollievo allo stesso re ed ai suoi amici…a tutta la gente ormai non poteva importare nulla della sorte di chi invece lo aveva commesso…..il metodo era rapido e sbrigativo e il malumore accumulatosi nello spirito a causa delle cose fatte male, era subito sfogato sulla salute di poca gente…solo da quelli che erano stati visti mangiare un cioccolatino ripieno di caffé…

Dovete sapere che in quel regno, in realtà, solo uno degli abitanti aveva commesso quello che si vietava, egli si chiamava Andrea e da quel momento costui cominciò a soffrire..questi aveva più volte mangiato il cioccolatino ripieno di caffé, poiché lo riteneva molto buono, era l’unico nel paese ad aver commesso l’errore negato…purtroppo costui aveva infranto il divieto importante…la regola del re era stata disobbedita da lui….

Qualcuno aveva infatti visto Andrea commettere questa golosità in passato in pubblico e lo disse agli altri per fare giustizia….e fu così che la gente del paese quando incontrava quel ragazzo per le strade, gli lanciava pietre e insulti dicendo: “Vergogna! hai disobbedito al re..ora soffrirai perché ti sei comportato come pochi stolti..ti sei reso diverso da tutti noi..vergognati!”

Andrea si scusò con il re..ma non ottenne comprensione..in quanto il re aveva bisogno che qualcuno soffrisse davvero per aver disobbedito, per far capire agli altri di quanto si è invece fortunati ad aver obbedito ai consigli del loro re..aveva bisogno che si avesse paura psichica nel nutrirsi di un cioccolatino ripieno di caffè…ed il re negò quindi la pace di coscienza ad Andrea, anzi gli rispose aggravandogli la crisi:

“Stolto! dovevi stare attento a non commettere ciò che io ho vietato…. e adesso è giusto che sei perseguitato dallo opportunismo di tutti i paesani che credono in me..così impari..ora sei tu il matto che commette esagerazioni..io lo avevo detto di prestare attenzione..che si può fare questo ma non quello!”.

Dopo qualche anno.. piangendo e lamentandosi… poiché tutti lo trattavano male…il ragazzo pensava ormai di fuggire dal paese..ma temeva che ovunque andasse avrebbe incontrato lo stesso opportunismo e la stessa furbizia, questo tipo di mentalità iniqua dava molta soddisfazione ai tanti e si stava diffondendo in tutto il regno e anche nei paesi vicini…dove fuggire allora?

Andrea aveva l’impressione che ovunque andasse…tutti sapessero di lui e di quanto era stato disobbediente..e quindi cominciava a temere che non avrebbe mai più avuto pace per tutta la vita…

Andrea si ricordò di una leggenda che gli aveva raccontato suo padre defunto, si ricordò che esisteva nella foresta magica un albero, “il salice della saggezza”, che poteva risolvere tutti i problemi, ed alla quale in quel luogo si rivolgevano chiedendo aiuto le vite più disperate…le fate del bosco buone e generose volentieri esaudivano le richieste dei sofferenti..

Di nascosto a tutti, il ragazzo decise e si recò nella foresta magica…e si lamentò dei suoi problemi nel bosco ai piedi del salice della saggezza, che si trovava nei pressi di un lago, per ottenere un consiglio spirituale..pregò per molti giorni stando sempre in ginocchio….il Signore del Cielo provò commozione per lui…e vicino a quell’albero apparve una fata vestita di bianco ..che disse: “ sono la fata Gelsomina devi sapere che le fate del bosco mi hanno consigliato di aiutarti!”….si rivolse al ragazzo e gli disse:

” è falsità ritenere sbagliato solo una cosa, e ritenere invece cose giuste i molti peccati che restano….la purezza è una….come è una la verità… quindi le cose sbagliate sono tante!”

E la Fata Gelsomina continuò: “torna a casa tua e aspetta, convincerò io il re Antonio, detto l’iniquo, a cambiare idea sul modo di consigliare la moralità che deve governare la coscienza della gente del paese…non si può vietare di perdonare un azione che pur facendola non impedisce di elargire il perdonare i molti peccatori da parte del Signore del Bene..poiché il fatto che si chiede di perdonare non offende di certo il Volersi Santo del Signore….poichè chi chiede al Signore del Bene di perdonare lo rende contento di concedere misericordia!”

La fata Gelsomina decise per punire la furbizia del re, che al re Antonio sarebbe capitato di tutto..in modo da farlo rimproverare dalla sua stessa coscienza e dai suoi stessi antenati..e quel re avrebbe così capito , che sono le conseguenze di molti errori che fanno soffrire, e non è come dice lui….che dice invece che ciò che fa soffrire é solo la conseguenza di un solo tipo di peccato per giunta considerato veniale dalle fate…

La fata diventò invisibile e andò a vivere in segreto nella dimora del re Antonio..proprio vicino alla sua abitazione.

Con i suoi poteri di creatura miracolosa..e per fare giustizia di un tiranno, comandò uno spirito burlone a recare danni al re Antonio, creò delle vere e proprie distrazioni al re.

Il re Antonio fu distratto da questo spirito burlone e senza rendersi conto..sotto gli occhi dei cortigiani….un giorno il re si tolse un cappero dal naso senza usare il fazzoletto, e lo gettò sul pavimento usando le dita..e questo capitò al re più volte in differenti momenti della giornata, capitò anche se era in pubblico….sotto lo sguardo stupito di molti..

Le dame di corte videro il re mettersi le dita nel naso e farlo e dissero disgustate tra di loro:” Che vergogna il nostro re è un zozzone..un vero zozzone!”…lo dissero più volte.

Il re Antonio quando se ne rese conto di essere stato visto..fu troppo tardi…e molta fu la vergogna che provò per se stesso in quanto lui era un re..e quella notte sognò gli antenati che lo rimproveravano di essere un maleducato e non riuscì a prendere sonno tutta la notte per la paura della presenza di fantasmi incattiviti che lo tormentavano.

Al mattino il re disse a tutti: “Ho sbagliato ma l’importante è che io non mangi un cioccolatino ripieno di caffé! non vi pare? questi erano gli accordi! vi ricordate?”

Un giorno sui muri del paese apparve una scritta dove si accusava che il re Antonio tradiva sua moglie la regina…

La regina capì che il messaggio era sincero poiché aveva già dei sospetti, e si convinse che non amava più il marito, ne che il marito amava lei..rimproverò il re suo marito..e chiese di abiurare il matrimonio con lui…in quanto si sentiva disonorata.

Ad alta voce la regina disse nella sala delle feste di fronte a tutti i cortigiani: “Vergogna il vostro re è un traditore..mi tradisce con una amante..e lo sanno tutti!”

Il re Antonio quando si rese conto di quanto fosse adultero.. molta fu la vergogna che provò..e quella notte sognò gli antenati che lo rimproveravano di essere un traditore della fedeltà e non riuscì a prendere sonno tutta la notte per la paura della presenza di fantasmi che lo importunavano.

Al mattino il re disse a tutti: “Ho sbagliato ma l’importante è che io non mangi un cioccolatino ripieno di caffé! non vi pare?”

Un giorno dei servitori, trovarono dimenticati nelle tasche del vestito del re Antonio, dei gioielli appartenenti alla moglie del duca Anselmo nobile di corte….dovete sapere che il re Antonio e la moglie del duca Anselmo erano amanti e per questo capitò lo imprevisto..

“Vergognati oh re….sei stato ladro!”..dissero tutti i nobili al re Antonio..

Il re quando si rese conto di quanto fosse non obbediente alla morale ed ora era pensato anche cleptomane.. poiché non si era reso conto del fatto..molta fu la sua vergogna..e quella notte sognò gli antenati che lo rimproveravano di essere un disonesto e non riuscì a prendere sonno tutta la notte per la paura della presenza di fantasmi incattiviti dal suo comportamento non corretto.

Al mattino il re disse a tutti: “Ho sbagliato ma l’importante è che io non mangi un cioccolatino ripieno di caffé! non vi pare? ricordate la mia promessa fatta a tutti voi?”

Dovete sapere che un giorno, in quanto afflitto, il re Antonio fu sorpreso dai servi a fumare droga araba mediante un attrezzo orientale …senza preoccuparsi della sua salute.

“Vergogna!” gli disse il suo dottore…voi re siete la vergogna..di tutti i vostri antenati…siete stato poco attento alla salute maestà!” disse il medico.

Il re quando si rese conto che era vero che dimostrava  poco attenzione alla sua salute…molta fu la sua vergogna..e quella notte sognò gli antenati che lo rimproveravano di essere uno sprovveduto e non riuscì a prendere sonno tutta la notte per la paura della presenza di fantasmi incattiviti.

Al mattino il re disse a tutti: “Ho sbagliato ma l’importante è che io non mangi un cioccolatino ripieno di caffé! non vi pare?”

Molti sono le distrazioni più o meno involontarie che capitarono al re per volere delle fate del bosco..

Ed il re si giustificava sempre con tutti così: “Ho sbagliato ma l’importante è che io non mangi un cioccolatino ripieno di caffé! non vi pare?”

E quando il re Antonio un giorno mentì, e lo dimostrò a tutti i cortigiani …che quel che diceva era in disaccordo con quello che aveva affermato un giorno passato, il re diede in quel momento prova di essere un vero bugiardo…il re Antonio aveva detto una bugia a tutta la corte..si capì quindi che non era stato di parola….”

“Vergogna oh re!…voi siete un bugiardo…la settimana scorsa avevate detto proprio il contrario!” dissero i cortigiani.

Il re quando si rese conto di quanto fosse poco attento a nascondere le sue bugie …molta fu la sua vergogna..e quella notte sognò gli antenati che lo rimproveravano di essere un mentitore e non riuscì a prendere sonno tutta la notte per la paura della presenza di fantasmi incattiviti a causa del suo comportamento incoerente.

Al mattino il re disse a tutti: “Ho sbagliato ma l’importante è che io non mangi un cioccolatino al caffé! non vi pare? l’importante é che non commetto questo e non l’ho commesso!”

Fu così, giorno dopo giorno e notte insonne dopo notte, per i continui dispiaceri che il re dava alla sua immagine di monarca, che il re diventò nervoso e di conseguenza tentò di calmare il nervosismo che provava mangiando molto e ubriacandosi, mangiò… mangiò tanto e si ubriacò bevendo molto vino…finchè fu ubriaco ed in pochi settimane si ammalò nel sangue e nel fegato.

“Vergogna maestà non sapete badare a voi stesso, lo stare bene è un dovere, prima di tutto la salute!” gli dissero i dottori di corte.

Il re quando si rese conto di quanto fosse poco attento alla sua salute…molta fu la sua vergogna..e quella notte sognò gli antenati che lo rimproveravano di essere uno stolto e non riuscì a prendere sonno tutta la notte per la paura della presenza di fantasmi che gli tormentavano la coscienza.

Al mattino il re disse a tutti: “Ho sbagliato ma l’importante è che io non mangi un cioccolatino ripieno di caffé! vi ricordate ..siate coerenti allora!?”

Dovete sapere che per le continue crisi dovute alla difficoltà di difendere la sua immagine di serio ed onesto monarca, per le continue crisi causate dal rimprovero dei fantasmi dei suoi antenati che gli disturbavano l’addormentarsi, il re Antonio capì che è un unica verità che comanda..che non si può inventare metodi iniqui e falsi per dare sollievo ai propri peccati…e quindi consapevole di avere molti errori e non trovando soluzione per calmare gli antenati, in piena frustrazione psichica il re Antonio smarrì il controllo dei suoi nervi in pubblico ed ulteriormente si comportò male…e forse poiché vittima di un esaurimento nervoso, si mise a fare imitazioni ridicole, forse credendo di fare il simpatico per i pochi amici che gli restavano..e questo senza un vero motivo e pur essendo in pubblico, nel salone delle feste egli si coprì di ridicolo imitando i movimenti sinuosi delle donne pur essendo lui un maschio…e facendo subito dopo imitazioni con il corpo di veri animali pur dovendo essere una persona seria…causando il ridere di lui di tutti i cortigiani presenti, per quanto si comportava in modo ridicolo…

E urlò al popolo dal terrazzo del suo palazzo, ormai esaurito nei nervi, come se fosse ubriaco e con voce frivola: “ L’importante è che il re non metta in bocca un cioccolatino ripieno di caffè! Non vi pare?”

tutti risero di lui per quanto era diventato matto e per i nobili di corte fu quella la goccia di olio che causò il traboccare il vaso… i ministri ed i consiglieri decisero di destituirlo..in quanto il re Antonio non fu ritenuto più affidabile nell’intelletto da loro…e si misero tutti insieme a cercare un nuovo re…furono quindi chieste le dimissioni al re Antonio. tramite un editto pubblico..

Fu così che il re Antonio dovette dimettersi perché ritenuto non serio e non più in grado di svolgere il ruolo saggio di essere un re…poiché la sua immagine di serietà era danneggiata da molti e continui errori…e fu messo in pensione con un vitalizio…il suo furbo metodo ed i suoi restanti amici non riuscirono a salvarlo…

Fu allora che la fata Gelsomina tornata visibile in nome della verità disse al re: “oh re! ti ho dimostrato che una sola regola, anche se furba, non basta a calmare il malumore di molti azioni errate!”

Diventato un cittadino normale Antonio incontrò successivamente il ragazzo Andrea e si scusò con lui per la iniquità dimostrata, e gli donò per farsi perdonare un regalo in denaro in segno di scuse… .

Ed il ragazzo capì che doveva fare qualcosa per quelli come lui che subivano l’opportunismo di servi spietati creato dalla furbizia umana..

il ragazzo si recò nella piazza e sali in piedi su una botte e iniziò un comizio parlando alle gente presente:

“La purezza è una e molti di noi hanno errori!” disse il ragazzo parlando ai presenti….”molti hanno errori anche io ne posso avere..poiché avere errori per un essere umano è normale!”

”la pace tra i peccatori nel paese si può ottenere solo se saremo consapevoli di questo, che la maggior parte di noi sono impuri in qualcosa e quindi siamo tutti uguali..e nessuno può lanciare pietre e fare rimproveri agli altri poiché nessuno è degno di comportarsi così..solo i Santi potrebbero comandare di punirci..ma loro sono Buoni con i peccatori, se tutti risponderanno umilmente alle accuse ammettendo di avere errori e poi dimostreranno ravvedimento… si otterrà così a causa di questa sana autocritica, a causa di questo giudicarsi con umiltà, la pace tra i peccatori nel paese”! disse il ragazzo ad alta voce..

Capendo e intuendo che anche così, molti potevano ottenere in questo modo vera pace..i presenti decisero che questo era il metodo giusto per giudicare la gente…e dare pace in questo modo al problema esistenziale

Il ragazzo aggiunse: “Vedi popolo… quanta gente nonostante ci tenga a essere attenta ai sani principi morali… prima o poi ha sbagliato e sbaglierà ugualmente, c’é sempre una prima volta e quindi nonostante le buone intenzioni capiterà l’errore!.”

“Il fatto immorale, in se stesso è una cosa sbagliata. lo sappiamo…ma convincetevi che è invece normale avere errori!.”

“Questa nostra consapevolezza unita alla verità, che tutti gli atti impuri sono uguali nella gravità, calmerà la coscienza dell’umanità e tutti avremo pace!.”

“Questo capita, l’avere pace, poiché il Signore del Cielo è Buono…e ci accontenta tutti…ma Egli non può essere così severo da essere in grado di preservare la purezza morale nel mondo per sempre, poiché vive nel Cielo ed a volte è distante da noi..quindi tutti i perbenisti si rassegnino alla verità che dice errare è umano… non siamo ne Angeli… ne macchine….è normale avere errori nella nostra vita umana..ed infatti come già sapete molti tra noi ne hanno!” disse il ragazzo.

Qualcuno dal popolo rispose rivolto al ragazzo..”ora che hai dimostrato e ricordato, che dobbiamo essere consapevoli di essere purtroppo tutti impuri e che questo è vantaggioso per la pace tra i peccatori..ma ora che siamo tutti impuri…come faremo a stimarci..?

Il ragazzo prese l’occasione al balzo..e disse: “decidete come me…io so giudicare in modo sostanziale..sono un buon giudice…io ho fede che il Signore è Buono e Si Vuole Santo.. poichè molte volte è stato misericordioso con l’umanità in quanto si ritiene Padre Buono e Santo di tutti noi…se tutti voi dimostrerete di avere vissuto molti giorni senza commettere errori..tutto questo vi permetterà di stimare nuovamente voi stessi..poiché non siete più pignoli con nessuno…..se il peccato che avete commesso non offende il Volersi Santo del Signore del Cielo.. se non avete mai offeso il suo concedere misericordia…il Signore potrà essere misericordioso con voi!”

Tutti restarono in silenzio presi dal meditare queste parole.

“Ma che diranno le fate del bosco da sempre protettrici del nostro paese..permetteranno di giudicarci tra noi in modo sostanziale..ad esempio come dici tu Andrea?”

Fu così che nella piazza ….accadde un miracolo: una fata vestita di bianco che risplendeva di una luce bianca…apparve nel centro della piazza e disse rivolta a tutti con voce ferma:

“Sono la fata Gelsomina e prometto che sarete perdonati dalle fate del bosco, che il Signore del Bene ha creato, se vorrete davvero la pace tra di voi nonostante avete peccati e se inoltre dimostrerete di sapere apprezzare ancora la gioia di vivere nel modo giusto la realtà umana…se farete così… avrete da me promessa di pace ed indulgenza….poiché il Signore è Buono con chi ammette i suoi peccati…ed é severo con chi cerca di fuggire dalla giustizia con la menzogna facendo opportunismo degli errori del prossimo…sappiate che tutta questa indulgenza è possibile poiché il Signore si vuole Santo!”.

La gente raccolta nella piazza vedendo la fata apparire, un apparizione celeste, si inginocchiò in segno di rispetto e poi disse: “questo ragazzo ha ragione…una “fata del bosco” ha detto le stesse cose che ha detto lui..quindi il ragazzo ha parlato nella verità..siamo testimoni del miracolo…noi dobbiamo credergli..anche la vita impura può essere perdonata, in nome dei giorni giusti e delle cose giuste che certamente tutti hanno…”

Avete udito le fate del bosco sono con Andrea!” dissero i ministri…

tutto il paese allora disse…”Viva Andrea “il sostanziale che non offende il Volersi Santo del Signore”….”

Dovete sapere che in quei giorni a chi si ostinava ad utilizzare il metodo iniquo del vecchio re Antonio, capitarono tutti gli errori possibili ed immaginabili come per magia, e tutti si divertivano a commentare i loro tentativi spericolati di far diventare giusti fatti che la verità invece faceva ritenere certamente sbagliati, facendo rimproveri contro di loro ed obbligandoli a ragionamenti più coerenti con la verità..

Tutto questo era molto divertente da commentare..queste persone, che cercavano di fare i furbi, furono pensati con scherno dai tanti giudici sostanziali…poiché apparivano soltanto come imbroglioni al loro giudizio..

In seguito anche questi furbacchioni, dovettero ammettere che il loro metodo… era un metodo falso… e pian piano cambiarono metodo anche loro….e si arresero ad una opinione che consigliava un metodo più saggio per dare e darsi pace…il metodo fu chiamato: “il sostanziale rispettoso del Volersi Santo del Signore” il ragazzo Andrea fu di questo metodo testimone e quindi con il passare del tempo il suo consigliare fu accettato da molti…

Molti tra il popolo chiedevano ai ministri  di nominare re…il consigliere  Andrea, in quanto disponeva della amicizia delle fate del bosco, ma Andrea rifiutò questo incarico in quanto comprese che non aveva usufruito nella vita di una educazione nobile, e quindi Andrea preferì restare una semplice persona dimostrando in questo modo la sua umiltà..

I ministri nominarono quindi loro re un altra persona..un tale di nome Tommaso che aveva invece origini aristocratiche..e dimostrava di aver imparato i modi educati consigliati dalla nobiltà….

Morale:

il Paradiso in Terra si ottiene se abbiamo almeno tre sole certezze:

1)che ci riteniamo tutti uguali nonostante gli atti impuri, le molte cose giuste ci rendono infatti tutti uguali

2)che sappiamo apprezzare le cose giuste nonostante gli errori, così le cose giuste accadranno nuovamente…

3)che perdonando noi stessi causiamo il perdono di molti, poichè il perdonare qualcuno renderà ingiusto il punire qualcun’altro…obbedendo così al consiglio del Signore di Volersi Santo..rispettando questa benefica volontà del Signore..

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Autore: Egidio Zippone

(Milano, Marzo 2013)

Giudizio: interessante, originale

voto (da 5 a 10): 9

Favola: re Antonio l’iniquo assolutista (per ragazzi)ultima modifica: 2020-04-06T23:51:21+02:00da scrittore59