Favola: il capitano e la principessa (per ragazzi)

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(racconto di tipo nero e bianco)

INTRODUZIONE: A volte amare qualcuno causa un sacrificio di immagine, può una principessa innamorarsi di un figlio di contadini, può un re accogliere un genero non di sangue nobile nella sua famiglia reale….

INIZIO

Favola: Il capitano e la principessa

C’era una volta nel mondo delle favole, un regno dove governava un re che voleva che sua figlia si sposasse presto…

Ma per necessità e doveri verso suo padre, doveva sposarsi con un principe di sangue nobile.

La principessa aveva però un amore segreto, che la accompagnava da quando era bambina, era innamorata di un suo compagno di giochi, scoprirete in seguito chi era costui.

Ma un probabile destino voluto dal re suo padre, aveva in serbo per la principessa un matrimonio non sincero.

La principessa di nome Vanessa questo era il suo nome, era indecisa, siccome era molto bella, molti erano i principi che la volevano in sposa…e così per volere di suo padre il re, il primo e sincero amore fu dimenticato.

Tra i molti principi che frequentavano il palazzo del re, ce ne era uno molto gradito a suo padre, questi era il principe Ticone, egli era di famiglia nobile e soprattutto molto ricca.

La principessa Vanessa accettò la sua corte, ed il principe Ticone la riempì di regali, di doni di ogni sorta.

Vanessa dapprincipio si dimostrò contenta, ma poi quando vide che il principe voleva festeggiare anche la ricorrenza dei tre giorni che erano insieme, dal primo incontro erano passati infatti tre giorni e già il principe Ticone voleva festeggiare, si sentì infastidita da tanta solerzia e giudicò il principe molto infantile.

Quando la principessa sentì il principe dichiararle amore dicendole: “ti amo come la ciliegina sulla torta, oh! Vanessa, sei preziosa per me come un buon cioccolatino tutto mio!” la principessa capì che quel principe era troppo zuccheroso, troppo diabetico, troppo dolciastro per lei, infatti la chiamava sempre: “mio zuccherino” oppure “dolcetto mio” lei Vanessa non ne poteva più.

Vedendola indecisa nei sentimenti, il re suo padre le disse:” è necessario per il bene del regno che sposi il principe Ticone, ti devi innamorare di lui, è di famiglia ricca..obbedisci a tuo padre!”

Fu così che la principessa Vanessa dovette scegliere di continuare a restare fidanzata con il principe Ticone.

Un giorno il re, la principessa Vanessa e il principe Ticone, dovettero mettersi in viaggio, erano saliti su una carrozza scortata da venti soldati e da un comandante delle guardie, in quanto la famiglia reale era stata invitata a cena dai genitori del principe Ticone che abitavano lontano.

Per compiere il viaggio in poco tempo, il re disse alle guardie di scorta:” fate una scorciatoia, dovete prendere il sentiero che passa per la foresta, si fa prima!”.

“Maestà!” disse il comandante delle guardie, che aveva il grado di capitano, “quella strada è pericolosa, molto spesso chi ha fatto quella strada ha incontrato i briganti.”

Il re rispose:” siamo in ritardo e poi ce la scorta, non corriamo nessun pericolo, i briganti vedranno la numerosa scorta di soldati che abbiamo e non ci attaccheranno.”

Fu così che la carrozza e la sua scorta si avviarono per il sentiero più breve che però attraversava la foresta.

Dopo qualche minuto che viaggiavano sulla via, all’improvviso, un albero che dava sul loro sentiero, crollò sulla strada e chiuse il passaggio, la carrozza dovette fermarsi.

Fu allora che il capitano comandò i soldati a liberare la strada, i soldati scesero da cavallo e fu in quel momento che da tutto intorno uscirono dai cespugli, decine di briganti armati di spade e di archi con frecce.

La carrozza era ormai accerchiata, molte frecce partirono dagli archi dei briganti e ferirono a morte molti soldati, all’improvviso altri briganti questa volta a cavallo giunsero dalla strada ed assalirono il resto dei soldati, urlando con le spade sguainate e ci fu una battaglia.

Intanto il capo dei briganti chiamato Burlando il malvagio, si avvicinò alla carrozza incustodita e ordinò in modo sgarbato ai passeggeri di scendere, poiché aveva l’intenzione di derubarli.

E fu così che il re, la principessa e il principe Ticone scesero dalla carrozza indispettiti e sgomenti.

Il re disse: “principe Ticone voi che avete la spada al fianco, fate qualcosa, date una lezione a questo malfattore, voi che siete discendente di una valorosa stirpe di cavalieri.”

“Si! avete ragione maestà, ma vedete io..bhe! comunque ci proverò..”in guardia vile marrano! disse il principe sguainando la sua spada al brigante che aveva di fronte.

Il capo dei briganti, vedendo quel damerino di corte offenderlo, fece una sonora risata e con un colpo di spada ben dato, colpi la impugnatura della spada del principe, questo colpo fece cadere al suolo la spada causando dolore alla mano, poi il brigante punto la sua spada al collo del principe Ticone e disse: “A chi vile marrano hai detto, adesso ti ucciderò!” disse il brigante barbuto tutto arrabbiato.

Il principe Ticone,vedendosi perso, emise un gemito degno di un essere femminile, si sentì male e svenne in quel momento.

Il re vedendo la situazione disse:” che bel principe me capitato…povero me!”

I briganti intanto avevano visto la bella principessa e dissero: “Capo! la possiamo palpeggiare questa bella ragazza é da molto che non tocchiamo una donna…”

All’improvviso si sentì un grido giungere da poco distante:” Fermi lestofanti!, feccia del mondo che non siete altro!, se torcete un solo capello alla principessa, ve la vedrete con me!”

“Chi ha urlato?” dissero i briganti,

Chi aveva detto così era il comandante dei soldati, tale capitano Sforza, che avendo capito che la vita della principessa era in pericolo aveva lasciato la sua battaglia per correre in difesa dei passeggeri della carrozza.

“Tu bandito in guardia, io e te da soli, chi vincerà prenderà in ostaggio i suoi avversari” urlò il capitano delle guardie a Burlando.

Il capitano Sforza e il bandito Burlando si sfidarono fieramente e si misero a combattere, mentre tutti quanti si fermarono nel loro battagliare, per vedere chi tra i due avrebbe vinto.

Si fronteggiavano, Il capitano armato di spada ed il feroce bandito armato di sciabola….il senso del dovere ….e la barbarie ignorante…una contro l’altra..

Molti furono i colpi evitati e presi dai due combattenti, entrambi erano stati feriti da colpi di spada, ma il capitano vedendo lo sguardo da innamorata che gli porgeva la principessa Vanessa mentre lui combatteva, si senti orgoglioso della parte che aveva, lui era nel giusto, lui era l’eroe e fu così che smise di sentire la fatica nelle braccia e sforzandosi maggiormente, infierì con più forza nel battagliare, agì con un colpo di spada al petto del bandito che prima si inginocchio e poi morì in una pozza di sangue.

I banditi vedendo il loro capo sconfitto e morire, furono presi da sgomento ed subito fuggirono tutti tra gli alberi e si nascosero nella foresta.

Il capitano chiamò il resto dei soldati ancora rimasti vivi ad adunarsi intorno alla carrozza, ma poi vedendo che i briganti erano davvero fuggiti, ordinò loro di curare i feriti e di calmare i cavalli.

“Complimenti mio capitano!”…disse la principessa. “Credetemi oh! padre è il capitano Sforza che io amo ed ho sempre amato!” affermò la principessa Vanessa…

Il re allora ordinò..vedendo Ticone ancora svenuto sul terreno, “mettete questo pauroso principe nella carrozza, non è altro che un piccolo personaggio!”.

Tutti i rimanenti soldati e la carrozza con i suoi passeggeri tornarono a palazzo…

Il giorno dopo il re chiamò il principe Ticone in un incontro privato e gli disse cortesemente: “Caro principe non bastano con le donne, le moine, i regali, le parole di amore sdolcinate, non bastano queste cose, bisogna per dimostrare loro il nostro amore, che a volte occorre rischiare la propria vita per chi si ama.

Riguardo a mia figlia Vanessa, ho capito che non ti ama, infatti ella è innamorata di un’altro ed io rispetterò la sua decisione, in quanto voglio essere per lei un buon padre!”

Avete capito..il re diede in sposa sua figlia al capitano Sforza anche se questi non era di origini nobili, ma senz’altro aveva senso del dovere e un buon animo valoroso…era quel capitano infatti il primo amore sincero della principessa…essi da ragazzi erano compagni di giochi..

La principessa Vanessa ed il capitano Sforza si sposarono ed ebbero due figli, e vissero tutti felici e contenti…il re si accontentò di restare con le poche ricchezze che aveva di già, ma fu felice poiché era certo che il suo sangue nobile si era unito al sangue di un valoroso eroe.

Morale: l’amore a volte richiede sacrificio, e sicuramente il sacrificio più grande é rischiare la propria vita per chi si ama.

Ma anche la principessa Vanessa aveva deciso un sacrificio da sopportare, la principessa a causa di questo amore ebbe un problema di immagine, fu giudicata poco furba dai nobili amici del padre, fu giudicata una principessa strana.

Ma anche lei dimostrò che il suo amore per il capitano Sforza era vero amore, infatti il vero amore a volte è cieco e sordo all’opportunismo delle buone regole della società.

Fine

Autore: Egidio Zippone

(Milano, Luglio 2015)

giudizio: interessante

voto: (da 5 a 10): 9

Favola: il capitano e la principessa (per ragazzi)ultima modifica: 2016-10-02T11:04:04+02:00da scrittore59