Favola: Il re Lutrone ed il ladro Opimo (per adulti)

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(racconto di tipo nero e bianco)

FAVOLE DI EGIDIO

IL RE LUTRONE ED IL LADRO OPIMO
INTRODUZIONE: Due genitori peccatori desiderosi di espedienti, si vantavano troppo dei figli che avevano, a causa del voler fare opportunismo ai danni di qualcuno, ma la giustizia di un re porterà un migliore consiglio alla gente del paese..
INIZIO
Favola: Il re Lutrone ed il ladro Opimo
C’era una volta in Europa, ma nel mondo delle favole, nel 500 a.c., un uomo che per vivere faceva il ladro rubando il bestiame a chi aveva degli armenti….rapiva gli animali e poi chiedeva un riscatto ai proprietari….
Si chiamava Opimo, ed aveva una moglie di nome Cimezia.
Essi vivevano nella foresta, ai limiti della regione, ed avevano ben dieci figli, cinque maschi e cinque femmine.
Erano molto orgogliosi della loro prole e si vantavano spesso con tutti che avevano messo al mondo molti figli, “siamo ladri è vero ma l’importante per noi è che abbiamo fatto molti figli, vuol dire che possiamo esseri superbi…. siamo pari alle divinità”
Dovete saper che il re che governava quella regione non poteva avere figli e per questo ne aveva adottato uno in quanto questi era orfano e lo stava allevando come se fosse un figlio suo.
Il re, che si chiamava Lutrone, era si! sposato,  ma non aveva figli di sangue e risolse il problema della discendenza con una adozione.
Un giorno il ladro Opimo si rese conto di quanto fosse molto più fortunato del re e affermò nella piazza del paese durante il mercato: “Io sono potente come lo è “il Signore dei Ladri” mia divinità pagana, ho dato alla vita a ben 10 figli, non ho fatto come quel debole del re Lutrone, che dovrebbe essere favorito da un altra divinità pagana “il Signore della Guerra”….e per questo gli permettiamo di governarci, altro che favorito da una divinità il re Lutrone, pur essendo sposato non ha fatto nessun figlio, il figlio che ha infatti non è suo di sangue.. è adottato, quindi io mi ritengo più potente e migliore del re nel piacere agli dei, io ho i veri poteri delle divinità pagane, invece il re Lutrone non li ha questi poteri!”
La gente ascoltò Opimo, e molti diedero ragione a lui, e commentarono:
” il re deve essere migliore di tutti noi, e come mai non è migliore nell’esempio di essere un padre vero… forse Opimo ha ragione?
E’ forse il re Lutrone un re illegittimo..che non merita di governare?
Forse le “divinità del cielo”  non permettendo al re di avere figli, ci fanno capire che non vogliono che il re Lutrone governi ancora!” mormorava qualcuno altro tra il popolo motivato da intenzioni rivoluzionarie…”se è così dobbiamo ascoltare e capire come porre rimedio a questa situazione che causa cattiva immagine a tutti noi….”
I commenti del popolo fecero il giro del regno ed arrivarono anche alla corte del re che disse ai consiglieri:
“Costui tale Opimo, è superbo dei suoi figli, e molto mi offende dicendo che io sono un debole, in quanto non posso dimostrare di essere aiutato dai Signori della Vita nel fare figli…causando il dubbio nel popolo che forse gli dei non mi sono amici, facendo pensare al popolo che le divinità pagane non sono nemmeno d’accordo su come io la penso sulla vita umana e su come si governa il paese!”
“Per di più questo personaggio, tale Opimo, non è nemmeno onesto, infatti mi risulta che sia un ladro colpevole di molti furti di bestiame ed ora sta pure sobillando il popolo contro di me!.”
Ed il re concluse incollerito: “La sua falsa superbia sarà punita!”
Il re Lutrone ordinò: “ Soldati! Obbedite al re, e andate numerosi nella foresta e catturate tutti i briganti che si nascondono laggiù, soprattutto non fatevi sfuggire la famiglia del ladro Opimo, li voglio vedere tutti rinchiusi nelle prigioni del mio castello!”.
I soldati erano numerosi e ben armati, in poche ore circondarono la foresta, vi entrarono e presero di sorpresa l’accampamento dei briganti, prendendo molti prigionieri, pochi sfuggirono ai soldati, tra i quali il ladro Opimo e sua moglie Cimezia, essi riuscirono a fuggire scappando per un sentiero segreto…
I ladri presi prigionieri invece furono legati e condotti dai soldati nelle prigioni del castello per essere giudicati dal re Lutrone.
Il re venne a sapere dal comandante delle guardie, che tutti i dieci figli di Opimo erano stati catturati, mentre i genitori purtroppo erano scampati all’arresto.
“Dite ai figli di Opimo che è per colpa dell’antipatia che nutre il loro padre per me, che io li condannerò a morte certa per impiccagione..

Fu così che la regina moglie di re Lutrone che si chiamava Ginevra, diede questo consiglio al marito: ” mio re e marito mio! non c’è bisogno che punisci con la morte tutti quelli che hai preso prigionieri, se lo farai cosa dirà di te il tuo popolo?”

“Dici bene mia regina! rispose il re ..e rivolto ai soldati aggiunse: “Soldati!  lasciate andare liberi gli altri ladri, che essi possano dire in tutto il regno che il re Lutrone sa anche essere indulgente!”.
“Mentre quelli che restano in prigione, i figli di Opimo, saranno puniti con l’accusa di furto di bestiame e di favoreggiamento alla rivoluzione”.
“Punirò questi 10 ladri per educarne altri 100, infatti non ce bisogno di punire tutti per ottenere il rispetto necessario degno di un re!” disse re Lutrone.
A sentire queste parole i figli di Opimo provarono molta paura di morire.
E due di loro chiesero di parlare al re Lutrone dicendo che si erano pentiti.
“Oh! mio Re” disse uno dei figli maschi, che si chiamava Orenzo, “Nostro padre ha sbagliato nel mal giudicarti, in quanto la vita senza figli può essere portatrice di felicità e di rispetto ugualmente”.
“Bene! Tu ti sei ravveduto quindi avrai salva la vita…lasciatelo andare libero!” disse il re Lutrone ai soldati..
“Oh! mio Re” disse una delle figlie femmine che si chiamava Tonia, “Nostro padre ha sbagliato nel mal giudicarti, in quanto anche se non hai figli, sei lo stesso utile all’amore di tua moglie che è pur sempre una brava e generosa regina.”
“Bene! Tu ti sei ravveduta quindi avrai salva la vita…lasciate  andare libera anche lei!” ordinò il re Lutrone ai soldati.
Gli altri figli di Opimo invece sembravano ostinati ugualmente nel pensare come i loro genitori opportunisti, infatti dalle prigioni urlavano sfottò e frasi ingiuriose al re ed alle divinità in cui il re credeva, il re sentì urlare tutto il giorno insulti alla sua maestà, dalle prigioni situate nei sotterranei del castello, e cosi provò collera contro di loro.. ed il re Lutrone sentendosi provocato comandò di farli impiccare tutti quelli rimasti rinchiusi nella prigione, sia i maschi che le femmine, essi il giorno dopo furono impiccati nella piazza del paese e poi mostrati morti a tutto il villaggio..
La moglie del ladro, Cimezia, quando seppe di questo assassinio, vedendo di persona i suoi figli appesi per il collo nella piazza, per il forte dispiacere che provò si ammalò all’improvviso e morì di dolore dopo pochi giorni..
Il ladro Opimo suo marito vedendo la moglie morta, e diventato consapevole che la sua famiglia era ormai distrutta a causa della sua superbia, per la disperazione che provò, ebbe una forte crisi di nervi ed un gran senso di colpa che lo fece impazzire nella coscienza in quanto pensò di se stesso: “Malvagio re Lutrone! hai dimostrato che io Opimo non ho i poteri di una divinità, poichè non sono stato capace di salvare i miei figli dalla severa giustizia degli uomini!” compreso tristemente questo, dopo qualche giorno, il ladro Opimo salì su un alto ponte e si buttò di sotto ed ivi annegò nel fiume in piena.
Il re Lutrone venne a sapere di queste due disgrazie, ma non si impietosì della loro morte, egli disse:” così si punisce la superbia umana quando l’espediente che usa per rendere iniquo il perbenismo è causa di dolore per il prossimo..che non sia mai detto che la nascita di un figlio debba essere sofferenza per qualcuno, invece essa deve essere gioia per tutti!”
E nel paese il popolo tutto, tornò rispettoso del suo re, ed alla morte del re Lutrone il figlio adottivo divenne re del paese al suo posto, senza che nessuno tra il popolo dimostrasse di fare obiezione…obbedendo così alla volontà del re defunto..in quanto fu il vero re Lutrone ad educare il principe adottivo ed ad insegnargli i modi e l’abilità nel regnare che deve dimostrare un bravo re..
Morale:
Dovete sapere che secondo la legge degli uomini, il marito e la moglie sono liberi di scegliere se fare figli oppure no…nessuna delle due scelte è punita con la prigione.
Per la legge degli uomini, se il colpevole di un reato e di un danno risulta essere un padre di figli, ugualmente è permesso fare giustizia di lui condannandolo a severe punizioni… .


Per chi teme la solitudine da infermo, sappiate che é sufficiente avere denaro in età anziana e l’aiuto nella vecchiaia arriva valido e puntuale anche se a pagamento.


Noi stessi, nella nostra mente siamo come dei re, quindi siamo liberi di scegliere l’una oppure l’altra opinione, sull’avere figli oppure no…forse é sufficiente avere degli amici e molto denaro per essere contenti di noi….forse è sufficiente confidare sul benessere  causato dalla nostra buona salute per essere felici..
Fine
autore: Egidio Zippone
(Milano, Agosto 2016)
giudizio: interessante, serio
voto (da 5 a 10): 9

Favola: Il re Lutrone ed il ladro Opimo (per adulti)ultima modifica: 2018-09-28T09:40:53+02:00da scrittore59