Favola: Perché hanno inventato la televisione? (per adulti)

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(racconto di tipo verde)

FAVOLA DI EGIDIO..

FAVOLA: PERCHE’ HANNO INVENTATO LA TELEVISIONE?

INTRODUZIONE: quale è il segreto della felicità, e come si può diventare più felici degli altri, occorre un mezzo che permette di educare al nostro modo di pensare  il giudicare delle genti, ma forse qualcuno diventerà triste se non potrà più ragionare come facevano i suoi antichi padri, il lavaggio del cervello mediante la influenza mediatica  è infatti pericoloso, ma lo strumento che permette di impossessarsi della felicità altrui esiste ed é……..

INIZIO

Favola: perché hanno inventato la televisione?

Nel mondo delle favole, nel simil periodo del 1950, dovete sapere che ciò che potrebbe capitare sulla Terra, è già accaduto nella storia di un altro pianeta dell’universo infinito.

Molte invenzioni che ora intrattengono i terrestri, molto tempo fa, furono causa di problemi in altri mondi simili al nostro, ed io vi voglio raccontare la storia di ciò che capitò in un mondo lontano..lontano nello spazio cosmico.

Come in una favola, muniamoci di un grande telescopio magico e di un magico microfono e osserviamo insieme la luce riflessa giunta fino a noi da quel lontano pianeta, questa luce e testimone dei giorni passati vissuti dalle genti di quel mondo lontano.

E la nostra storia può ora incominciare.

C’era una volta nelle lontane terre dell’ovest di un pianeta sconosciuto…una regione, dove viveva un popolo che conduceva la sua vita consigliato da molta fortuna e ottimismo, la maggior parte della gente che apparteneva a questo popolo era molto felice….

Questo popolo era chiamato il “popolo dei saggi”…poiché gli antenati di questo popolo avevano educato i loro discendenti al sapersi accontentare, mediante il credere in sagge e giuste filosofie di vita, essi li consigliavano spiritualmente ai giusti pensieri per loro, ragionamenti adatti alle loro capacità..

Tutti erano felici in questa parte del mondo…e nel loro paese c’era molta pace, poiché tutti non sentivano il bisogno di confrontarsi con gli altri, sapevano accontentarsi delle cose giuste che vivevano tutti i giorni, senza essere pignoli con se stessi…non erano avidi ed erano poco ambiziosi…quindi difficilmente provavano delusioni alla loro vita..

Direte voi che questo descritto é un bel paese..se non fosse che anche questo paese aveva un problema..sappiamo che la perfezione non esiste ovunque, ma non sempre è colpa degli stessi…il problema era infatti costituito dalle vicine nazioni confinanti…i loro vicini erano invece pignoli, pessimisti e molto ambiziosi..

Dovete sapere infatti che nelle regioni del paese confinante, nelle terre dell’est, i popoli subivano un condizionamento a essere per forza vincenti, questo era causato dai capi di popolo che si erano scelti, questo altro popolo era completamente infelice e decisamente irrequieto e gli appartenenti a questo altro popolo capivano che erano infelici per quel senso di depressione che provavano quando si trovavano a restare soli con se stessi…in quanto erano dei perfezionisti falsi…pretendevano perfezione da loro senza avere una vita perfetta..

Il capo di questo popolo, che si chiamava Vincenzo, si rendeva conto di tale poca fortuna, e cercava di capire il motivo per cui il suo popolo, il “popolo degli Invidiosi” molto spesso si sentivano dentro dei falliti..un ragionamento di volere purezza e di ottenere perfezione continuamente dalla vita  li comandava, ma essi non erano sempre all’altezza, essi volevano essere dei vincenti… ma avevano già dei brutti ricordi.

Il capo Vincenzo, si chiedeva come fare  a cambiare la condizione di stato di animo irrequieto che aveva la sua gente, visto che tutti i turisti, quando passavano per il loro paese, dicevano che: “solo voi siete invidiosi di altri e siete veramente infelici, e ci risulta strano poiché poco distante da voi esiste un popolo che invece vive in una suggestione di felicità migliore..ma nel vostro paese come mai non c’è vera gioia?”.

Queste affermazioni furono intese come provocazioni, e così quel popolo triste, decise in quanto sofferente, che doveva fare il furbo se voleva migliorare.

Ma il loro capo VIncenzo, disse “siamo già ricchi come i nostri vicini, eppure non proviamo la stessa felicità…come mai?”

Dopo qualche anno di continue tentativi, il capo del popolo degli invidiosi disse:

“ vogliamo ciò che rende felici e ce lo andiamo a prendere!

La felicità dei vicini probabilmente era causata da qualcosa che viveva dentro l’anima di ognuno di quelle genti e che si chiamava saggezza di vita.

“Ma come fare ad appropriarsi di questa saggezza che non tutti hanno?” si domandò, il capo del popolo degli invidiosi Vincenzo….secondo alcuni, i loro vicini, avevano una capacità genetico mentale che loro non avevano..

e poi: ”essendo noi, invidiosi di natura, proprio non riusciamo a sentirci felici pensando alla contentezza degli altri, l’erba del vicino è sempre più verde per noi!” rispondevano i capi di popolo alle domande dei loro seguaci.

Il popolo degli invidiosi, non riusciva a contestare le filosofie spartane dei loro antenati che possedevano come spiriti la loro mente..i loro antenati erano infatti violenti e difficilmente erano diplomatici, si volevano per forza vincenti, erano quindi le loro mentalità antiche a renderli infelici..i loro capi spirituali consideravano debolezza il dovere accettare le idee filosofiche di altri popoli… infatti oltre che invidiosi,  i loro antenati erano mentalmente negativi e malamente superbi e si abbandonavano al divertimento di distruggere tutto ciò che non capivano…e quindi i loro discendenti, posseduti dai loro spiriti, erano resi sempre torvi ed arrabbiati.

Un giorno il capo del “popolo degli invidiosi” Vincenzo, si chiese mentre passeggiava per la città: “quale é il vero segreto della felicità?”…e questa volta lo chiese ai maghi, promettendo loro denaro se lo aiutavano…

“Come fare a essere felici…amici maghi? Siamo ricchi, abbiamo tutto, ma come vedete, questo non ha risolto i nostri problemi esistenziali, non ci sentiamo ancora felici!”

Un mago prezzolato, capace per denaro di inventare un qualsiasi ragionamento furbo, un mago amico e conoscente di Vincenzo, rispose alle sue domande intuendo il dilemma..infatti si trattava di un problema spirituale.

Egli disse “la felicità sta nel legame spirituale che essi hanno con il passato, la loro felicità sta nell’anima che li possiede e che si incarna quando nascono!”.

“Ah! è così…c’é un motivo magico allora..valuteremo anche questo!” rispose Vincenzo invidioso come era della felicità altrui.

Il capo del popolo degli invidiosi, tale Vincenzo, dopo aver parlato con i maghi concluse:

“Ci potremmo impossessare delle loro cose, ma secondo me non basta, ma è soprattutto della anima dei vicini che ci dobbiamo appropriare, ma come fare, come si fa a derubarli della loro anima?”.

Era vero, infatti nei corpi delle genti vicine, il “popolo felice”, era incarnata un anima saggia e sostanziale, che sceglieva sempre di accontentarsi e di non invidiare gli altri..era un dono che lo spirito di antenati intelligenti, aveva incarnato nel corpi dei loro discendenti…era questo il segreto della loro felicità…essi non erano reattivi e sempre meditavano l’oggi e il domani con benevolenza.

Il capo del popolo degli invidiosi Vincenzo quindi affermò:

”Non possiamo rubare la parte dell’anima che li rende felici a quelli, è impossibile, ma possiamo fare di più, possiamo renderli infelici più di noi..li possiamo obbligare  a ragionare come noi..consigliandoli ad essere influenzati dalle nostre idee..li convinceremo a farli ragionare come noi a nostro vantaggio!”…

disse ancora il capo :”di certo in questo modo non invidieremo più la loro gioia, perché essi diventeranno come noi dentro, noi già ci sentiamo infelici poichè non ci accontentiamo mai..ed dimostreremo che la vera felicità non esiste sul  nostro pianeta…ed è quindi un dovere accettare la realtà anche se è infelici…se saremo tutti infelici…potremo finalmente dire: “mal comune…. mezzo gaudio!..”

E così il capo del “popolo degli invidiosi” finanziò col denaro i suoi amici maghi ed essi inventarono..una scatola magica e la chiamarono: “ televisione a colori”.

Il capo del “popolo degli invidiosi” aveva comandato di sistemare sulla collina più alta della regione, un trasmettitore magico e aveva ordinato di regalare in segno di scuse, senza alcuna pretesa, molti televisori a tutti le famiglie dei popoli confinanti..

Dovete sapere che essa era una scatola rettangolare di plastica con uno schermo di vetro, che trasmetteva immagini in quantità, trasmetteva notizie e dibattiti coercizzanti, ideati da analisti e psicologi prezzolati, trasmetteva tele-films e giochi a premi, e trasmissioni in cui si discuteva di filosofie esistenziali…essa quindi dava consigli vari entrando nelle case di tutti a qualsiasi ora…ma erano tutti consigli che allontanavano i giovani dai padri…infatti propagandavano alle giovani generazioni  che erano in ascolto le loro filosofie aride, mettendo le loro vite tutte in competizione nel dovere di essere il migliore…quelle filosofie  erano le idee esistenziali del capo del popolo invidioso Vincenzo..che era uno spartano che si voleva per forza vincente e che non si perdonava mai niente.

Il capo del popolo vicino, il saggio Gualtiero, notando che i televisori erano gratis, ringraziò compiaciuto VIncenzo per il regalo, pensando che questo era un gesto di scuse per le cose dette dai loro vicini in passato, forse questo regalo era  stato deciso per favorire una pace più duratura tra i due popoli, il “popolo dei saggi” decise  ingenuamente di accettare il  dono e rispose:

”accettando i loro numerosi regali, dimostreremo di dare fiducia alle loro intenzioni di pace….”la pace innanzi tutto!” consigliava il  capo del “popolo dei saggi”…”in questo modo i furti e le cattiverie tra i nostri popoli termineranno..accettiamo quindi senza essere diffidenti il loro regalo magico..quello che è chiamato: televisione a colori!”

Fu così che il capo del “popolo degli invidiosi” tramite quello strumento magico “la televisione”, entrò spiritualmente nelle case e quindi nella mente di molti ascoltatori, riuscì  in questo modo finalmente a dare consigli anche alle famiglie dei popoli confinanti, mettendo in crisi i sacri consigli dei loro antenati, che guidavano spiritualmente la vita dei loro discendenti da secoli…

Gli spettatori furono molto spesso educati a disprezzare le loro origini poco ambiziose..poiché ritenute poco moderne dal resto delle intenzioni del mondo…tramite la televisione furono poi imposti modelli di bellezza femminile e maschile differenti, oltre che mentalità che consigliavano  di obbedire a “regole infedeli alla moralità” poichè non messe per iscritto mai da nessuno…fu incarnato nella mente degli ascoltatori, il dovere di avere uno stile ad ogni costo che avrebbe garantito una vita piena di belle cose ..meglio un ragionare e decidere in modo  coerente con la mentalità degli psicologi parlanti nella televisione…bisognava lavorare fino a 70 anni anche se si era ricchi..

La tristezza di vita di Vincenzo, il considerare stupido chi si accontenta,  si diffuse in quel mondo…tramite la televisione a colori..poiché si riteneva che solo una mentalità vincente poteva garantire benessere alla vita umana..

Molti ascoltatori si accorsero di gioire ogni giorno con meno intensità, si sentivano sempre più poveri nell’allegria e cominciarono anche loro, a sentire il bisogno di invidiare gli altri..ad esempio la gente più ricca di denaro oppure la gente ricca di virtù..

Questi nuovi convincimenti offendevano  la loro saggezza antica ed essi cambiarono quindi mentalità  e modo di giudicare la vita umana, a causa di aver ascoltato i messaggi della scatola magica chiamata televisione…era un vero e proprio lavaggio del cervello..

Essi cominciarono a non credere più nei pensieri e nei consigli dei loro padri e antenati..soprattutto i giovani cambiarono dopo anni modo di pensare e si abbandonarono  a nuove filosofie più opportuniste, ma purtroppo più malvagie nei riguardi dei deboli e degli anziani, bisognava essere per forza più competitivi nell’economia di qualcuno, solo chi è produttivo merita rispetto, ormai la televisione decideva cosa era meglio per loro, era diventata il loro giudice supremo:

”dovete capire che questo deve esservi simpatico e quello antipatico, potete fare questo se volete, non è vero che è sbagliato, ma l’importante è che non facciate quello..quello è proprio esagerato credete a noi..si può fare questo ma non quello!” diceva la televisione nelle case della gente..

In una trasmissione televisiva, il capo Vincenzo, parlò a proposito del poco e del tanto.
Vincenzo disse in televisione di disprezzare il poco e di volere sempre il tanto, nonostante qualcuno sapesse già che nella vita aveva vissuto il poco…per favorire il far capitare il tanto in noi..ma in realtà rendeva tutti invidiosi di qualcuno più fortunato..

Per allontanare quel  brutto ricordo da lui, Vincenzo diceva ad esempio che bisogna bere solo il vino migliore, ma in realtà rendeva infelice se stesso e quelli come lui, poiché aveva vissuto anche il poco divertimento, e mentendo in questo modo creava inconsapevolmente un senso di vergogna in lui , avrebbe dovuto dire invece che bisognava sopportare il poco e preferire il tanto, sarebbe stato più sincero con la sua vita..

E così chi aveva vissuto il tanto, ricevendo dei complimenti si unì spiritualmente a lui.

Ma questo era successo ad una quantità minima di persone, molti avevano vissuto il poco, quasi tutte le genti di quella parte del pianeta, diventarono per questo, pian piano infelici senza accorgersene, poichè disprezzavano qualche giorno che avevano vissuto…giudicando se stessi con pignoleria..

Tutti diventarono di conseguenza infelici..e la speranza di felicità dipendeva ormai dal giudizio degli altri alla loro vita…la televisione predicava uno stile di vita difficile per i tanti mediocri appartenenti all’umanità che fu divisa in due parti, la tristezza diventò collettiva e disturbava di conseguenza le piccole gioie che ogni vita privata donava…

Ormai la televisione consigliava, nonostante le poche capacità di molti, ugualmente di vivere tutti in modo perfetto…ma molti non sempre ci riuscivano, e quando non ci riuscivano, non sapevano sempre a chi dare la colpa…..e provavano un senso di fallimento in loro…e non erano più felici..

Molti ascoltatori  avevano perduto il legame spirituale con i loro antenati..lo spirito dei loro antenati adatto a loro non li consigliava più…si ritenevano ormai figli della televisione e di chi ci parlava dentro.

Tutti si dimenticarono come fosse il vero gioire, e come fosse allegra la dolce spensieratezza dei giorni passati e cominciarono, diventati vuoti nello spirito per aver allontanato la loro vera anima, si convinsero ad accettare ragionamenti non adatti  a loro, allo scopo di diventare tutti uguali nelle soluzioni, nella speranza di smettere di che preoccuparsi e se erano felici oppure no..in quanto  la vera gioia sembrava scomparsa dalla loro famiglia….

L’importante per gli ascoltatori, in quei giorni, era aver capito che finalmente oggi erano tutti uguali..nel bisogno di ottenere la certa uguaglianza di pensiero, in quanto la felicità sembrava ormai causata solo da questa coerenza..essere davvero uguali al modello sociale che offriva loro la televisione, era questa la loro sola speranza di piacere al criterio meritocratico di Vincenzo..

Molti erano i dubbi su come essere felici di chi aveva inventato la televisione…tale Vincenzo…ed ora quel capo con quello strumento aveva coinvolto nella sua confusione esistenziale nella sua infedeltà alla morale anche la vita spirituale di molte famiglie.

Il capo Vincenzo, era un infelice e non potendo diventare felice per le amicizie che aveva, aveva reso tutti insicuri di quello che erano, gli ascoltatori avevano bisogno di un esempio vincente che possedeva a loro giudizio charme e stile molto validi, e la televisione diceva chi era costui, la televisione ormai pensava e decideva per loro…”abbandonatevi al suo esempio unicamente valido!” diceva la televisione agli ascoltatori offrendo come esempio l’immagine del capo del popolo degli invidiosi…”osservate come vive da agiato e nel benessere!”

Ormai molta gente riteneva i propri antenati dei primitivi ignoranti non degni di dare più consigli ai loro discendenti e quindi si trovarono a confrontarsi con l’abilità di gente che loro non avevano mai conosciuto.

Si salvò da quel periodo di confusione, solo una persona, di nome Giulius, che non doveva essere del tutto giusto, altrimenti non si spiega, poiché si distinse all’improvviso dagli altri ascoltatori, in quanto di mentalità contro corrente e di indole molto indipendente, se egli aveva dimostrato inizialmente di accettare per un certo periodo di vita i convincimenti voluti dalla televisione, ad un certo punto aveva capito però che qualche consiglio dato da quella scatola magica, che lui riteneva una maledetta scatola , causava alle famiglie dubbi e rendeva vuota l’anima degli spettatori, poiché le idee che diffondeva erano spesso in contrasto con le origini delle loro famiglie.

Capito questo  quel sopravvissuto di nome Giulius, decise che le riforme esistenziali che consigliava la televisione non andavano seguite davvero in modo integerrimo..perché slegavano dall’influenza spirituale obbligatoria che bisogna avere con gli antenati e che questi hanno con i loro discendenti, era quel legame la vera ragione del segreto della felicità, esso dava loro una identità adatta alle loro capacità, secondo lui la interpretazione della vita consigliata dai suoi antenati, era veramente adatta a lui, infatti era consigliata dalla sua memoria genetica già sperimentata in loro, era custodita nel suo dna, bisognava solo crederci e saper ascoltare se stessi..

Capendo che la televisione di oggi era la causa che  rendeva infelice il passato vissuto..questo sopravvissuto alla mentalità individuale… preso da un improvvisa saggezza, prese la scatola magica e  la buttò via, distrusse così il suo ’elettrodomestico maledetto, e come?,  lo buttò dalla finestra giù nella strada, lo strumento esplose con un gran botto..ma fu una liberazione per la sua psiche…

Fu cosi che dopo qualche giorno di non poter vedere la televisione, egli tornò a pensare sulla sua vita come faceva tempo prima..ritrovando una miglior interpretazione del suo passato…e quindi tornò a sentirsi felice e più tranquillo..

Egli potè in questo modo tornare ad auto-convincersi del sapersi accontentare,  del diventare un giudice sostanziale di se stesso e dei i suoi famigliari.

Secondo lui, Giulius, l’uomo deve solamente giudicare se stesso in modo sostanziale e così parte degli avvenimenti della sua vita possono restare azioni superflue cioè comportamenti a cui non è obbligatorio dare un significato, essi non comanderanno mai il resto dei suoi giorni, e si  dimostrerà così un vero ravveduto…sarà quindi la sua esperienza di vita veramente valida, che lo ha reso esperto e insegnato alle cose giuste, a consigliarlo nelle scelte  dei suoi giorni futuri.

Nella sua ritrovata umiltà, quel sopravvissuto perdonò se stesso per i pensieri sbagliati che aveva avuto ..e gli spiriti dei suoi antenati tornarono nella sua casa e lo aiutarono a ritrovare il suo modo di giudicare tipico e gli permisero dopo qualche giorno di tornare a rendersi conto di quanto era felice, rendendo forti in lui i pensieri e i ragionamenti di una volta..

Ed a tutti gli altri ascoltatori della televisione cosa accadde?

Essi erano ormai perduti era come se fossero posseduti da un tornado e spinti da un vento impietoso nel dialogare a vuoto a volte di qua ed a volte di là.. essi si persero e diventarono ciechi ai problemi e la loro intelligenza non funzionò più come prima..poichè gli entrò nella testa qualcosa che li comandava in modo incoerente alla loro vita..li rendeva quaccherequa e timorosi della verità..

Il loro cervello non funzionò più come prima, erano diventati ormai televisori dipendenti, ed erano ormai plagiati dal parlare dei cosiddetti  “ esperti” che inculcavano con la televisione i metodi decisi di uno capo infelice e confuso negli ideali…in quanto iniquo e timoroso della verità…

Erano terrorizzati dallo scoprirsi un giorno privi di un valido “charme”  oppure pervasi da uno “stile” scadente di vita…guai se qualcuno lo avesse scoperto, una cosa simile, sarebbe stata la fine del loro piccolo mondo, temevano ormai il modello umano-macchina  consigliato dalla televisione.

E così Vincenzo capo del popolo degli invidiosi, avendo vinto i ragionamenti che rendevano veramente felice i vicini..dichiarò un giorno con tono trionfante dopo aver constatato la situazione con dei sondaggi: “la vera felicità nessuno ricorda più come è fatta..dirò quindi finalmente ..mal comune..mezzo gaudio!”

Torniamo a noi ed al nostro amato pianeta Terra.

Ora che abbiamo capito grazie al nostro telescopio gigante, cosa accadde su quel lontano pianeta..meditiamo per bene ..e decidiamo meglio per noi stessi e i nostri figli cosa ascoltare in televisione per non danneggiare il nostro senso della felicità.

Morale: bisogna imparare a ragionare con la propria testa..anche nel rischio di sembrare testardi..in quanto solo se i ragionamenti che abbiamo dentro sono veri e causati da una vita sperimentata..potranno renderci  felici.

FINE

Milano, Giugno 2012

autore: Egidio Zippone

Giudizio: interessante, originale, anticonformista

voto (da 5 a 10): 9

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Favola: Perché hanno inventato la televisione? (per adulti)ultima modifica: 2017-01-09T11:53:07+01:00da scrittore59